GLI UOMINI DELLA RSI         


IL DRAMMA DI CHIAMARSI GRAMSCI
 
 
    Oggi la rubrica «Sopralerighe» la dedichiamo al corsivo di Marcello Veneziani, apparso sul «Tempo» di ieri: «Nell'anno del centenario di Antonio Gramsci, non passerà probabilmente inosservato questo 27 aprile, anniversario della sua morte. In questo scorcio di anno molti hanno ricordato il suo pensiero e la sua vita travagliata, i suoi difficili rapporti con il Partito comunista e la sua detenzione nelle carceri fasciste. Nessuno ha però ricordato una storia familiare di Gramsci che non poco peso ha avuto nella vita del grande pensatore sardo. E'la storia parallela di un fratello minore di Antonio, che ebbe la sventura di vestire la camicia nera. Si chiamava Mario, ed aveva dodici anni in meno del fratello. Aveva combattuto nella prima guerra mondiale da sottotenente. Divenne poi fascista, al punto che fu il primo segretario federale di Varese. Invano Antonio Gramsci cercò di scoraggiarlo dal suo impegno. Non lo dissuasero nemmeno le bastonate dei compagni di suo fratello, che lo aggredirono e colpirono a sangue. Mario Gramsci non mancò tuttavia di aiutare il fratello, in difficoltà con la «giustizia» del regime. Mario Gramsci partì volontario per la guerra d'Abissinia e poi combatte in Africa. Aderì alla Rsi, fu fatto prigioniero e fu deportato in Australia. Rientrò nel '45 con la morte nel petto. E difatti morì subito dopo il rientro, per le malattie contratte e le angherie subite durante la prigionia. Mori in un ospedale di terz'ordine, dimenticato da tutti. Nessuno può dimenticare la dura sorte capitata ad Antonio Gramsci. Ma Antonio Gramsci, vittima del fascismo, finì i suoi giorni assistito e amnistiato, ormai libero cittadino, curato in una grande clinica romana per conto dello Stato italiano, per una malattia che si portava dentro fin dall'infanzia. Mario Gramsci fini i suoi giorni malamente, per malattie contratte in campo di concentramento. Nessuno pretende che Mario Gramsci sia ricordato alla stessa stregua del suo fratello maggiore, che ha contato non poco nella storia italiana. Ma in Mario Gramsci si possono ricordare i fratelli minori non solo in senso anagrafico, di un'Italia minore che fu dalla parte sbagliata. Ricordarlo non guasta, se siamo fratelli d'Italia non per modo di dire».
 
 
ULTIMA CROCIATA N. 1 Gennaio 1993 (Indirizzo e telefono: vedi PERIODICI)

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